Tiziano alla Galleria Borghese di Roma con “Dialoghi di Natura e di Amore”

Tiziano, Ninfa e pastore, 1570-75, 149,6 x 187 cm, olio su tela, Kunsthistorisches Museum Vienna

L’ultimo atto di Tiziano, Ninfa e pastore, al centro della mostra-dossier dedicata al grande pittore. Il prestito viennese diventa protagonista di un interessante dialogo con altri capolavori. Alla Galleria Borghese di Roma, fino al 18 settembre 2022.

Nasce da uno scambio culturale tra due importanti musei d’Europa la piccola, ma preziosa rassegna su Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1490 c.a. – Venezia, 1576) dal titolo “Dialoghi di Natura e di Amore”, inaugurata il 14 giugno scorso e visitabile fino al 18 settembre 2022 alla Galleria Borghese di Roma. L’occasione è stata offerta dall’arrivo nella Capitale di Ninfa e pastore (1575 c.a.), opera della tarda maturità di Tiziano e considerata il suo “testamento artistico”, concessa dal Kunsthistorisches Museum di Vienna grazie allo scambio con il giovanile Venere che benda Amore (1565).

«L’idea è quella di un incontro che genera un dialogo» ‒ spiega la curatrice della mostra Maria Giovanna Sarti ‒ con altri capolavori della scuola veneta e di Tiziano, già esposti nella grande sala XX, al primo piano della fastosa residenza che fu del cardinale Scipione Borghese, scelta come sede naturale della mostra. L’esposizione spazia lungo un periodo di circa 60 anni ed è stata pensata come «una mostra-dossier, una piccola rassegna che ci ha permesso di mettere in dialogo le opere intorno ad alcuni temi sempre presenti nella produzione del pittore, quasi un filo rosso che dagli esordi lo accompagna fino agli estremi della maturità artistica», ha dichiarato Sarti. Tematiche care al poliedrico maestro, che ha continuato a riproporre nell’arco di tutta la sua vita, con un cambio di visione e stile.

Opere interconnesse, dunque, che orientano a considerazioni sul tempo che scorre, sulla vita e la morte, sulla natura che ci circonda e che condiziona le nostre esistenze, sull’amore considerato nelle sue varie sfaccettature, dal divino, all’erotico, al matrimoniale.
Ad essere protagoniste di “Dialoghi di Natura e di Amore”, sotto il soffitto affrescato della Galleria, quattro grandi tele: da un lato della sala abbiamo Amor sacro e Amor profano (1514-1515) che si specchia in Venere che benda Amore, dall’altro l’ospite d’eccezione, Ninfa e pastore, collocato di fronte a Le tre età dell’uomo, che è possibile ammirare nella versione seicentesca di Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato (si tratta di una copia, probabilmente proprio per i Borghese, dell’originale del Vecellio conservato a Edimburgo).
Confrontando le opere «si può misurare la distanza stilistica tra un Tiziano giovane, alle prese con il mito, e quello della tarda maturità che continua a tornare su questi argomenti», ha affermato la direttrice del Museo, Francesca Cappelletti. «In tutti questi dipinti – aggiunge Sarti – la Natura è preponderante, ma […] alcune composizioni vengono ribaltate, come in Ninfa e pastore, in cui due giovani sono immersi in una natura confusa, segno di un ciclo che inizia, vive e finisce». Il prestito viennese raffigura, infatti, una ninfa nuda, sdraiata su un fianco che rivolge uno sguardo sensuale allo spettatore. Di fianco a lei un satiro intento a suonare un flauto. Sullo sfondo, invece, un caprone immortalato nell’atto di divorare un tronco d’albero rinsecchito, che diviene metafora dell’esistenza umana, fatalmente soggetta alle leggi del tempo che divora ogni cosa.

Un raffronto che rivela un modo di intendere la pittura e al contempo mostra uno spaccato sul Cinquecento veneziano, con allegorie che riflettono sul senso della vita e su una natura viva, mai confinata a ruolo di contorno. Una riflessione cui partecipano anche altre opere della collezione della Galleria, come L’Adamo e la Eva di Marco Basaiti, due cantori pseudo-giorgioneschi e altri due Tiziano, il Cristo flagellato e il San Domenico, cronologicamente vicini ai dipinti più tardi del pittore presenti in sala. A completare la mostra, l’enigmatica tela, oggi ritenuta una tarda derivazione da un modello tizianesco perduto: Venere, Amore e un satiro.

La mostra “Dialoghi di Natura e di Amore” è accompagnata da un piccolo catalogo edito da Art’em con i testi della curatrice Maria Giovanna Sarti. La rassegna ha promosso anche un’attività di studio che ha consentito di svolgere una serie di indagini diagnostiche approfondite su diversi dipinti. È così che si è arrivati alla pubblicazione del primo volume della collana Galleria, iniziativa editoriale del Museo romano, che mira ad approfondire monograficamente temi e opere della collezione Borghese. Il primo numero è incentrato su Venere che benda Amore di Tiziano e su dipinti più tardi.
Per tutte le informazioni su orari di visita e costi dei biglietti consultare il sito www.galleriaborghese.it

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La Galleria Borghese è un grande Museo che ha la possibilità di raccontare gli artisti in modo sempre nuovo. Questa volta lo ha fatto con un prestito speciale direttamente da Vienna: il capolavoro di Tiziano Ninfa e pastore, che è possibile ammirare, tra gli altri, fino al 18 settembre 2022.
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Come raggiungere il Museo e Galleria Borghese a Roma da AdaHome

Tutte le indicazioni per arrivare a Villa Borghese a Roma

La Galleria Borghese è la sede della mostra “Dialoghi di Natura e Amore” incentrata sul genio di Tiziano. Il Museo si trova a Villa Borghese, in Piazzale Scipione Borghese, 5, 00197 Roma. Dista 1,5 km da AdaHome, ed è raggiungibile a piedi in circa 15 minuti oppure in auto/taxi in 7 minuti. È possibile raggiungere il Museo e Galleria Borghese anche con i seguenti mezzi di trasporto pubblico (in circa 10 minuti):

Autobus
• Linea 53 – Direzione Mancini, da fermata Liegi (Bellini) a fermata Pinciana/Puccini (ingresso in Via di Porta Pinciana) e a piedi per circa 5 minuti (400 m).
Tram
• Linea 19 – Direzione Risorgimento/S. Pietro, da fermata Liegi/Bellini a fermata Bioparco (ingresso in Via Mercadante) e a piedi per circa 10 minuti (800 m).